Parlerò molto spesso di Public Speaking nel mio blog da oggi in poi, perché penso sia una componente essenziale della Comunicazione Efficace a livello professionale.
Durante i miei corsi di formazione in aula, alcuni partecipanti mi pongono di tanto in tanto la seguente domanda:
“Alessandro, come fai ad essere così disinvolto e sicuro sul palco? Non ti prende mai il panico? Io sono troppo timido, non ci riuscirei mai!”
Beh, vi confesso che anche per me non è stato così semplice all’inizio.
A casa parlavo davanti allo specchio come se niente fosse, ma quando salivo sul palco e guardavo la platea, l’ansia si faceva sentire, e non poco. Le mani sudavano, le gambe tremavano, la voce si faceva altalenante e la concentrazione veniva meno in alcuni punti del discorso.
Come tutti ho dovuto superare il problema dell’inibizione, nonostante il mio carattere solare ed espansivo.
Il termine “timidezza”, secondo qualsiasi dizionario di lingua italiana, indica la paura di affrontare determinate situazioni, una sensazione di disagio nelle relazioni interpersonali. La parola latina “timidus”, infatti, è riconducibile al concetto di timore.
La paura è un’emozione umana negativa, poiché non deriva da un’esperienza particolarmente esaltante o costruttiva. Tuttavia, essa si rivela importante per la sopravvivenza e ci mette in guardia rispetto a un pericolo esterno, preparando l’organismo all’attacco o alla fuga.
Lo stato d’animo provocato dalla timidezza si riscontra nei contesti sociali in cui il soggetto percepisce una minaccia per la sua incolumità, anche se la realtà quasi sempre è ben diversa.
Le sue manifestazioni sono facilmente riconoscibili da ognuno di noi: aumento del battito cardiaco, aumento del ritmo respiratorio, pelle d’oca e diminuzione della salivazione.
Come parlare in pubblico? Come vincere la timidezza?
Dopo una propedeutica introduzione, andiamo al cuore della questione:
“Come posso superare il problema della timidezza di fronte al vasto pubblico presente in sala?”
Ecco per voi una lista di valide azioni per un Public Speaking di Successo, le stesse che ho messo in pratica nella mia carriera di formatore.
1. Individuare le origini della propria timidezza
Quando bussa alla porta della vostra mente la timidezza? Quando dovete cimentarvi in qualcosa di nuovo? Quando dovete parlare con qualcuno che ammirate? Quando vi ritrovate insieme a perfetti sconosciuti?
Individuate con precisione la sue origini e avrete già fatto un importante passo avanti.
Il tratto della timidezza non denota necessariamente una personalità chiusa e introversa. Essere timidi significa semplicemente sentirsi in difficoltà nel parlare davanti a tanta gente, con i riflettori puntati addosso.
Questa spiacevole sensazione è causata da diversi aspetti, come la scarsa autostima, la mancanza di fiducia verso il prossimo o un’eccessiva preoccupazione per ciò che gli altri pensano.
Siccome ci sentiamo responsabili delle nostre azioni e le analizziamo attentamente per non commettere sbagli, di riflesso crediamo che gli altri ci osservino con una lente di ingrandimento, seguendo gli stessi minuziosi criteri, ma non è così.
Per superare questo ostacolo dovrete imparare a spostare l’attenzione su qualche fattore esterno. Quando smettiamo di pensare solo a noi stessi, smettiamo anche di preoccuparci di cosa pensano gli altri.
2. Accettare consapevolmente la propria timidezza
Perché vergognarsi tanto della propria timidezza? È parte di noi, dopo tutto.
Ripetete più volte questa frase: “Sono timido e lo accetto.”
Uno dei primi step per sconfiggere la timidezza è quello di provare ad accoglierla. Trovate il giusto equilibrio, al di là della sua scomoda presenza, perché più le opporrete resistenza, più prenderà il soppravvento.
Siete timidi? Fatevene una ragione e abbracciate completamente il vostro modo di essere.
3. Elencare le situazioni che generano ansia
Prendete un block notes e scrivete tutte le circostanze in cui vi sentite in imbarazzo. Inserite prima quelle che vi causano meno tensione, poi quelle più difficili da gestire, in ordine crescente.
Questo esercizio vi permetterà di intervenire passo dopo passo, e in modo concreto, sulle problematiche da affrontare e superare.
Vi intimidite di fronte alle persone con più autorità di voi o a quelle che trovate particolarmente affascinanti? Vi imbarazzate maggiormente in un luogo affollato o silenzioso? Che cosa vi crea davvero disagio?
Più sarete precisi nell’esprimere le vostre sensazioni, più sarà semplice in un secondo momento acquisire sicurezza in voi stessi.
Dopo aver scritto l’elenco di situazioni stressanti, iniziate a lavorarci su, punto per punto. Le prime, nonché le più “facili” da affrontare, vi aiuteranno a rafforzare l’autostima e a procedere con quelle più complesse.
4. Assumere una giusta postura
La percezione che gli altri hanno di noi dipende dal tipo di atteggiamento che per primi assumiamo: se ci sentiamo chiusi e inadeguati in una determinata situazione, i nostri gesti lo evidenziano, statene certi.
Quando parlate in pubblico dovete assumere una postura adeguata, onde evitare di trasmettere la vostra timidezza agli altri.
Stando dritti, per esempio, darete a tutti l’impressione di essere sicuri, professionali e predisposti al dialogo.
Guardare fisso davanti a voi, aprire le spalle ed evitare di tenere le braccia conserte vi farà sentire più forti e convincenti. Stop alle gobbe e alle posizioni da cane bastonato! 🙂
Un vero comunicatore si colloca in piedi al centro del palco, evitando ogni barriera di separazione, mantiene una posizione equilibrata sulle gambe e tiene le mani stese lungo i fianchi.
5. Fare pratica parlando a voce alta
La voce è un altro elemento che contribuisce alla costruzione dell’immagine professionale dell’oratore.
A tal proposito bisogna saper utilizzare opportunamente la propria voce, applicando diverse tonalità.
La tecniche più avanzate di Public Speaking ci insegnano a far pratica da soli prima di entrare in scena.
Parlare a se stessi ad alta voce, magari davanti a uno specchio, è un ottimo allenamento per superare almeno in parte un primo blocco emotivo.
Dovete anzitutto abituarvi ad ascoltare il suono prodotto dalla vostra voce e apprezzarne la sue peculiarità. Per aiutarvi in tal senso potete anche registrarvi fingendo di intrattenere una conversazione con un interlocutore “X”. Sembrerà buffo, ma noterete tanti difetti su cui intervenire per migliorare.
6. Applicare il “Training Autogeno”
Nelle situazioni di forte emotività il corpo tende a irrigidirsi e a produrre tensione muscolare. Per ovviare al problema dobbiamo intervenire facendo leva sulla nostra mente.
Come? Uno degli strumenti più famosi è il training autogeno, una tecnica di rilassamento – ideata dal dottor J. H. Schultz – per contrastare stress, ansia, attacchi di panico, fobie, paure, depressione, irritabilità, timidezza e senso di inferiorità.
Se una persona timida viene allenata da uno psicoanalista ad auto-indursi uno stato di trance, senza ricorrere ad aiuti di ipnotisti esterni, potrà generare di per sé sensazioni di benessere psicofisico.
L’obiettivo, dunque, consiste nel far apprendere attraverso una serie di esercizi la capacità autogena di raggiungere uno stato di calma psichica e rilassamento muscolare.
7. Individuare i propri punti di forza
Se volete acquisire maggiore sicurezza in voi stessi concentratevi sui vostri pregi e sulle vostre potenzialità, non sui vostri difetti e sulle vostre lacune.
Quali sono le vostre competenze? Quali risultati avete raggiunto con successo finora?
Avete conseguito una laurea con il massimo dei voti? Avete fatto esperienze di lavoro all’estero? Beh, non mi sembrano aspetti da sottovalutare.
Tutti, ma proprio tutti, quindi anche i più esperti comunicatori, hanno problemi ad accettare qualche aspetto caratteriale di se stessi o della propria vita.
Non chiudetevi a riccio quando vi sentite in difficoltà e combattete contro la timidezza con determinazione.
8. Organizzare il discorso per tappe
Ipotizzate che le conversazioni siano suddivise in fasi. Partendo dal presupposto che le interazioni sociali possono essere semplificate, vi propongo di seguirto quattro tappe a cui fare riferimento:
- La prima tappa è costituita dall’apertura del discorso. In questo momento dovrete rompere il ghiaccio, magari con una domanda o un argomento di attualità.
- La seconda tappa è quella della presentazione. Dite con chiarezza chi siete, di che cosa vi occupate professionalmente e perché siete lì. Questo è un ottimo modo per entrare in contatto con il pubblico in sala.
- La terza tappa è costituita dal vostro discorso. Trattate l’argomento per punti, in maniera semplice e schematica, magari avvalendovi di supporti visivi come le slide.
- La quarta tappa, infine, è quella della conclusione. Qui ringrazierete tutti per la partecipazione e darete spazio ad eventuali domande di approfondimento.
Conclusioni
Parlare in pubblico non è affatto semplice, ne sono consapevole, ma seguendo le “8 tecniche” di cui vi ho parlato oggi, potrete contrastare efficacemente la vostra eccessiva timidezza.
Se siete interessanti ad approfondire l’argomento del “Public Speaking”, date un’occhiata anche ai seguenti articoli:
Comunicare & Vendere con Successo
Consulente & Formatore Aziendale
Comments (6)
Non è per niente facile sconfiggere queste paure! Sicuramente un corso adeguato di crescita personale e professionale può aiutare molto.
Sono davvero tanto timida. A volte cerco di nasconderlo a me stessa ma lo sono davvero tanto. Domani a scuola dovrei portare un certificato alla coordinatrice della mia classe. Indovinate un po’…quel giorno sarà in altre classi. Ho il terrore e già sto morendo di ansia al pensiero di entrare in altre classi davanti a tutti quegli alunni. Vi prego aiutatemi!!! Basta anche una sola risposta che mi faccia sentire meglio😞
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