Ricevo spesso la seguente domanda: “Alessandro, quali sono le principali caratteristiche per diventare un bravo Leader? Io riscontro molte difficoltà nel guidare i miei collaboratori, come posso migliorare?”
Rispondo subito affermando che la leadership non è una dote innata, come tanti sarebbero portati ingenuamente a credere, ma un’abilità che può essere sviluppata giorno dopo giorno, prendendo esempio da case history di grandi personaggi del passato e mettendo in pratica gli insegnamenti appresi attraverso lo studio costante.
Il concetto di “leadership”, di cui tutti abbiamo sentito parlare frequentemente negli ultimi anni, costituisce uno dei pilasti fondamentali della comunicazione aziendale e del business, anche se le sue origini risalgono a molto tempo prima.
L’uomo, fin dalle origini, ha sempre avuto bisogno di una figura di riferimento, qualcuno di cui potersi fidare e seguire le gesta, qualcuno in grado di aiutarlo a svolgere le sue mansioni con efficienza ed efficacia.
Nel corso della storia sono stati attribuiti a questa figura diversi nomi, quali capogruppo, condottiero, boss o CEO. Con l’evoluzione della filosofia d’impresa, poi, il termine “leader” ha avuto la meglio e ha preso sempre più piede, benché la sostanza sia rimasta la stessa.
Essere un buon leader non solo si rivela estremamente gratificante a livello individuale, non solo risulta fondamentale per raggiungere gli obiettivi del proprio team con successo, ma contribuisce soprattutto a migliorare il benessere delle persone che ci stanno attorno.
Innovazione, intuizione, autostima, fiducia, orientamento ai risultati, capacità di comunicare e motivazione sono parte integrante di un nuovo sistema aziendale che non possiamo ignorare.
Nel precedente articolo, anch’esso dedicato all’argomento in questione, abbiamo elencato e analizzato nel dettaglio “Le 10 Caratteristiche di un Vero Leader”. Te le ricordi? Rivediamole insieme:
- Senso di responsabilità
- Capacità di entusiasmare
- Capacità di raggiungere una meta
- Idee ben chiare in testa
- Credibilità
- Capacità di ascolto
- Capacità di gestire i collaboratori
- Flessibilità
- Capacità di prendere una decisione
- Capacità di creare una cultura aziendale
Se nessuna ti appartiene ancora, probabilmente c’è qualcosa che non va a livello comportamentale. Di seguito troverai approfonditi “i 5 limiti che ostacolano la tua capacità di leadership”, ostacoli che devi assolutamente superare per raggiungere il tanto agognato ruolo di prestigio in azienda.
1) NON LAVORARE IN SQUADRA
Lavorare con entusiasmo in una squadra, ai fini di raggiungere incredibili risultati, è uno dei passi più importanti che un vero leader possa compiere.
“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme e un progresso, lavorare insieme è un successo.”– Henry Ford –
Con queste famose parole, il famoso imprenditore statunitense intendeva dire che per inseguire un obiettivo comune all’interno di un gruppo di lavoro, è necessario collaborare giorno dopo giorno costantemente.
Nonostante le difficoltà iniziali, un approccio lavorativo con orientamento alla condivisione dei compiti, ti permetterà di ottenere soddisfazioni davvero impagabili all’interno della tua azienda.Ecco alcuni vantaggi immediati:
- Maggiore senso di responsabilità da parte di tutti componenti del gruppo;
- Scopo specifico intorno al quale l’intera squadra si mette in moto;
- Work-product collettivi e quindi più elaborati;
- Riunioni con discussioni aperte e maggior problem-solving.
I risultati collettivi sono sempre migliori rispetto a quelli del singolo, perché il lavoro di gruppo aiuta gli individui a condividere il proprio talento, trasformandolo in risorsa essenziale per l’organizzazione.
2) URLARE E SBRAITARE
Urlare e sbraitare non serve a nulla, anzi, non farà che peggiorare il clima di tensione già esistente, seminando una sensazione di umiliazione/terrore tra i propri interlocutori.
L’atto di gridare a tutti i costi rappresenta uno stile relazionale dannoso per l’intera azienda, nonché il ritratto di un capo ottuso e scarsamente empatico. Di fronte a tanta incuranza e arroganza, i risultati sono scontati: malessere e voglia di fuga.
È questo il risultato che speri di ottenere dalle persone che ti circondano? Direi di no, altrimenti non staresti leggendo il mio articolo!
Cerca di essere tollerante e rispettoso, utilizzando toni più pacati e assertivi. I tuoi dipendenti lavorano per te tante ore al giorno, sacrificando buona parte della loro vita privata. A volte potrebbero essere nervosi o avere una giornata non troppo produttiva. Ci sta, non trovi?
Prima di rimproverare pesantemente un tuo collaboratore, pensa a come sarebbe meglio intervenire. Rifletti anche sul motivo per cui ha sbagliato e stabilisci la gravità di quanto avvenuto. Mostrati sempre obiettivo e lucido, mai troppo apprensivo e agitato.
3) NON PRENDERSI LE PROPRIE RESPONSABILITÀ
La cosiddetta “responsabilità” è spesso associata al “senso di colpa”, tanto da diventare quasi un suo sinonimo, specie quando i risultati ottenuti si discostano in modo netto da quanto auspicato inizialmente. È qui sorgono i primi veri problemi.
“Nella vita non riesco a combinare nulla di buono”
“Ogni volta che provo a fare qualcosa per migliorare la mia posizione, va tutto male!”
“È colpa del mio collega se non sono riuscito a raggiungere i miei obiettivi professionali!”
“La mia attività non decollerà a causa della crisi!”
Quanto volte abbiamo sentito frasi di questo tipo? Innumerevoli. La colpa può essere attribuita a se stessi, con conseguenti svalutazioni delle proprie conoscenze e competenze, agli altri, tentanto di metterli continuamente in cattiva luce, oppure a fattori esterni, come ad esempio l’economia o la società.
Non prendersi le proprie responsabilità, evitando di assumersi i rischi delle proprie azioni, è una forma di alibi che ci spinge verso la staticità e che ostacola la possibilità di cambiamento. Da un lato neghiamo i nostri errori per non soffrire e dall’altro, non riconoscendoli, continuiamo a compiere gli stessi sbagli senza un’evoluzione positiva.
Ricordati che la responsabilità non ha nulla a che vedere con il giusto o sbagliato, con il merito o la punizione, e neppure con la colpa, ma riguarda solo le cause e gli effetti frutto delle nostre scelte.
Essere responsabili significa porsi delle domande circa le possibili azioni da mettere in gioco per affrontare una determinata circostanza. Essere responsabili significa fare delle scelte consapevoli, non lasciandosi trascinare dalle reazioni emotive o dalle giustificazioni del momento.
Se hai letto “La Divina Commedia” di Dante Alighieri, conoscerai benissimo la triste fine degli ignavi, anime dannate che durante la loro vita non hanno mai preso una posizione o esposto un’idea propria, assecondando sempre i più forti.
Un vero leader deve sempre prendere le proprie decisioni con coraggio e tenacia, mettendoci sempre e comunque la faccia.
4) NON ASCOLTARE GLI ALTRI
Tu sei una guida all’interno dell’azienda e i tuoi dipendenti meritano di essere ascoltati ogni volta che si presenta un problema. Permetti loro che finiscano di parlare prima di intervenire e rispondere. Non avere la presunzione di sapere cosa stanno per dirti ed evita di anticiparli in modo maleducato, se non hanno ancora aperto bocca.
Ricordati che è possibile sviluppare una comunicazione efficace solo quando si passa in modo consapevole dalla dimensione del sentire a quella dell’ascoltare.
Prova pertanto a rimanere concentrato quando le persone parlano, senza pensare alle successive contestazioni. Accetta punti di vista diversi dai tuoi in fase di dialogo, anche se non li condividi pienamente.
Il titolare sei pur sempre tu, e in quanto tale avrai tutto il tempo necessario per valutare cos’è giusto o sbagliato per la tua attività.
Ogni tanto metti da parte il tuo ego, dando la priorità a ciò che gli altri ti vogliono dire. I tuoi dipendenti hanno bisogno del tuo supporto.
5) VOLER AVERE RAGIONE A TUTTI I COSTI
“Quando si è sicuri di avere ragione, non c’è bisogno di discutere con quelli che hanno torto.”
Questa frase del famoso fumettista francese Georges Wolinski, indica che la mente vuole sempre avere ragione e che farà di tutto per appoggiare questa convinzione.
Ognuno di noi ha delle specifiche idee maturate nel corso della propria esistenza e anche di fronte a prove schiaccianti, che dimostrano palesemente il contrario di quanto pensiamo, non accettiamo di essere contraddetti. Ciò accade perché la nostra mente vuole sempre mantenere il controllo della situazione e le convinzioni sono il più importante parametro di riferimento che abbiamo a disposizione.
Chi vuole sempre avere l’ultima parola, nella piena convinzione di non sbagliare mai, spesso si mostra presuntuoso e allo stesso tempo limitato, proprio perché non accetterà mai di modificare il proprio punto di vista.
È davvero insolito incontrare persone con una mentalità aperta e pronte a mettersi in discussione, ma per sviluppare una buona leadership è necessario agire in tal senso.
“Meglio essere ottimisti ed avere torto che essere pessimisti ed avere ragione.”, sostiene il grande Albert Einstein. Sei d’accordo?
Conclusioni
Ora conosci i principali limiti che ostacolano il tuo percorso verso una leadership più costruttiva e consapevole per diventare davvero un bravo leader . Se lavorerai con impegno e dedizione sugli aspetti appena analizzati, sono certo che riuscirai anche tu a gestire al meglio il tuo staff di collaboratori.
Ricapitolando, un leader è colui che:
- Guida i propri collaboratori nelle imprese più difficili;
- Lavora sempre con entusiasmo;
- Fa dell’assertività e dell’empatia i suoi cavalli di battaglia;
- Condivide le sue esperienze con tutti i membri dell’azienda;
- Chiede gentilmente e non comanda con fare autoritario;
- Valorizza il proprio staff quando lavora con efficienza;
- Mette in luce i punti di forza degli altri senza provare invidia;
- Non nasconde le proprie lacune e cerca di colmarle attraverso la formazione.
Comunicare & Vendere con Successo
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