Essere leader di un gruppo e riuscire a motivare ogni giorno i tuoi collaboratori è impegnativo. Sapere che la tua squadra si aspetta da te sempre il massimo può provocare ansia e stress, che a volte si traducono in tensioni e incomprensioni tra i membri del team. Come evitare tutto ciò! Scopri cosa cercano i tuoi dipendenti in un buon leader per mantenere sempre unita e produttiva la tua squadra.
6 Tipi di Leader
In questo articolo avevamo già elencato e analizzato nel dettaglio “Le 10 caratteristiche di un Vero Leader”, che possono essere raggruppate tra di loro per creare dei profili vincenti.
Esistono, infatti, sei tipi di leader:
- Leader Autorevole – è quello che tutti noi immaginiamo, che sta in testa al gruppo e guida la squadra verso l’obiettivo comune. Ha idee ben chiare in testa ed è in grado di responsabilizzare i propri collaboratori, che si sentono coinvolti nello sviluppo dell’azienda e lavorano al raggiungimento degli obiettivi con maggior consapevolezza.
- Leader Socievole – per lui le persone vengono prima di tutto. Vuole creare un ambiente di lavoro positivo che stimoli serenità e affiatamento tra i colleghi. È in grado di trasferire la cultura della propria azienda ai membri del team che si riconoscono nel sistema di valori e ideali condivisi.
- Leader Democratico – cerca il confronto con i propri collaboratori per costruire un consenso che si basi sulla partecipazione di tutti. Sa ascoltare le esigenze e i punti di vista di ciascuno, riuscendo a creare un rapporto sincero con chi lavora assieme a lui.
- Leader Coach – affianca e trasforma i propri collaboratori in vista degli sviluppi futuri. Ama sperimentare nuove tecniche e attività da proporre al gruppo. È flessibile e sa adattare il suo modo di relazionarsi con gli altri a seconda della persona che ha di fronte, per esempio a chi è appena arrivato in azienda propone un percorso di orientamento perché possa inserirsi al meglio, a chi invece lavora da anni in azienda gli riconosce massima fiducia e la possibilità di assumere nuove responsabilità.
- Leader Stacanovista – lavora senza sosta e si aspetta che il team lo segua con lo stesso impegno ed entusiasmo. Esige prestazioni eccellenti, senso di responsabilità e capacità gestionali e decisionali. Tuttavia, da un lato è giusto e stimolante responsabilizzare il gruppo, dall’altro la richiesta di performance alla pari di un leader per tutti può causare smarrimento e confusione.
- Leader Coercitivo – impone al proprio team di fare quello che vuole lui e questo si ripercuote in maniera negativa anche nel clima che si respira nell’ambiente di lavoro. In questo profilo predominano ancora i 5 limiti che un bravo leader deve superare, come urlare e sbraitare contro i propri collaboratori, non saper lavorare in squadra e voler avere ragione a tutti i costi.
I primi quattro (autorevole – socievole – democratico – coach) sono modelli da emulare, gli ultimi due (stacanovista – coercitivo) meno. I leader migliori sanno gestire tutte queste posizioni ogni giorno, individuando il comportamento da tenere a seconda della situazione che si presenta loro davanti. Inoltre, sanno tirare fuori il meglio dai loro colleghi creando le basi per un ambiente di lavoro sereno e stimolante per tutti.
Un buon leader ha competenze di intelligenza emotiva
Ci sono degli aspetti emotivi che potenziano ancora di più le abilità di un buon leader e che fanno riferimento all’intelligenza emotiva, cioè la capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole sia le emozioni proprie che quelle degli altri.
Tra le competenze di intelligenza emotiva per essere un buon leader ci sono:
- Consapevolezza di sé – cioè la capacità di leggere e comprendere le proprie emozioni, riconoscendone l’impatto che avranno sul lavoro e sulla relazione con gli altri. La predisposizione a valutare in modo realistico i propri punti di forza e di debolezza, senza dimenticare un pizzico di autostima.
- Capacità di Autogestione – per essere in grado di cogliere ogni opportunità. Serve spirito d’iniziativa, capacità di adattarsi al cambiamento e al superamento degli ostacoli, riuscire a tenere sotto controllo emozioni e impulsi negativi che altrimenti rovinerebbero l’ambiente di lavoro e la relazione con gli altri.
- Consapevolezza sociale – cioè saper creare empatia, riconoscere e soddisfare le esigenze dei collaboratori e dei clienti.
- Abilità sociali – per esempio la capacità di ispirare una visione, di influenzare e orientare il team, di ridurre le divergenze e trovare soluzioni, di coltivare e mantenere una rete di relazioni.
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Alessandro Ferrari
Imprenditore | Consulente Aziendale | Formatore | Autore