parlare in pubblico

Se in passato saper tenere il palco e affascinare la folla costituiva un valore aggiunto, appannaggio dei politici, degli attori teatrali o dei conduttori televisivi, oggi è un asset fondamentale in ogni contesto lavorativo. Parlare in pubblico è una delle abilità maggiormente richieste nel mondo professionale, poiché le attuali impostazioni aziendali mettono in primo piano requisiti come la buona capacità oratoria.

Considerando il numero crescente di eventi organizzati in ogni settore – festival, convegni, lezioni o seminari – diventa sempre più importante parlare al microfono con disinvoltura, esprimere i propri pensieri con le giuste parole, muoversi in modo convincente sul palco, nonché interessare e conquistare diversi pubblici in diverse situazioni.

Ora starai pensando: “Dato che il mio lavoro si svolge solo ed esclusivamente dietro le quinte, per quale motivo dovrei apprendere l’arte del public speaking? Non mi servirebbe a nulla!”

Rispondo a questa obiezione dicendo che prima o poi capiterà anche a te di dover esporre un discorso davanti a una grande platea, magari su richiesta esplicita del tuo datore di lavoro, quindi fare finta di nulla, rimandando il “problema” a data da destinarsi, credo non sia la soluzione più conveniente.

Mi dispiace deluderti, ma a volte è davvero impossibile esimersi da questo arduo e scomodo compito, perciò ti suggerisco di correre subito ai ripari. Non mostrarti restìo e trova il coraggio di metterti in gioco una volta per tutte!

Parlare in pubblico è una forma di comunicazione efficace particolarmente difficile da apprendere e che rappresenta un ostacolo quasi insormontabile per molte persone, ma ti posso assicurare che nulla è impossibile a livello di interazione: la paura di parlare in pubblico può essere superata alla grande!

  • “E se mi tremasse la voce?”
  • “E se inciampassi sul leggìo?”
  • “E se dimenticassi la frase d’attacco?”
  • “E se si inceppasse il computer mentre proietto le slide?”

Tranquillo, è successo anche a me all’inizio, eppure sono ancora qui, più forte e sicuro di prima. 🙂

Parlare in pubblico non è una dote innata, ma un’abilità che può essere sviluppata attraverso due principali fasi:

Le 2 fasi del Public Speaking

1. Il lavoro su se stessi

prima di salire sul palco è necessario lavorare in modo efficace sui propri pensieri, perché solo attraverso un giusto atteggiamento mentale si possono migliorare le proprie performance.

In questa fase preliminare dovrai focalizzare la tua attenzione sugli aspetti che riguardano l’autostima, la gestione dell’ansia e la positività. Lo strumento più potente che hai a disposizione sono proprio i tuoi pensieri, quindi cerca di valorizzarli al meglio.

2. L’esperienza

il secondo step riguarda il lavoro sul campo. Dopo aver elaborato in modo ordinato i tuoi pensieri, dovrai trovare un effettivo riscontro nella realtà, superando tutti gli ostacoli messi inizialmente in preventivo.

Fissa una serie di piccoli obiettivi e cerca di conseguirli passo dopo passo. Non pensare di arrivare a parlare in pubblico con disinvoltura nell’immediato, perché ci vorrà un po’ di tempo prima di raggiungere i risultati auspicati.

Ed ora veniamo a noi: conosci nel dettaglio i “3 elementi chiave” del public speaking vincente? Li analizzerò punto per punto di seguito. Spero tu possa trarre interessanti spunti di riflessione da questa mia analisi.

1) LE ABILITÀ COMUNICATIVE

Iniziamo subito con una notizia positiva: ognuno di noi ha le giuste potenzialità per comunicare con efficacia di fronte all’uditorio. Ho visto tanti imprenditori inizialmente in profonda crisi trasformarsi in grandi professionisti nel giro di breve tempo. Per fare in modo che ciò accada devi credere prima di tutto in te stesso e nelle tue capacità.

La presentazione del discorso va vissuta come un evento che ci sta a cuore e al quale dobbiamo dedicare la giusta preparazione tecnica.

Il materiale preparato con largo anticipo potrà essere assorbito più facilmente dalla nostra mente, arricchito progressivamente di dettagli e approfondimenti, fino a prevedere eventuali domande e obiezioni del pubblico.

Metabolizzare nei giusti tempi i contenuti che si andranno ad esporre significa acquisire maggior disinvoltura, sicurezza e familiarità con l’argomento in questione. Al contrario, chi prepara una relazione frettolosamente, o se la fa scrivere addirittura da terzi, risulterà impacciato e incerto. J.F. Kennedy diceva: “I migliori oratori danno l’impressione di improvvisare, ma in realtà si preparano tutto.”

Per acquisire delle buone abilità comunicative e ottenere il massimo dei risultati dobbiamo dare massimo risalto alla comunicazione non verbale.

Chi ha poca esperienza nel parlare in pubblico tende a concentrarsi molto sulle parole e poco sul linguaggio del corpo, seguendo i tradizionali insegnamenti della scuola di retorica. Secondo la vecchia retorica un vero oratore doveva assumere una postura rigida ed esporre un eloquio raffinato, ricco di termini ricercati.

A spazzare via questa convinzione fu uno studio dello psicologo Albert Mehrabian, dal quale emersero dati davvero sorprendenti. 

Egli osservò che l’efficacia comunicativa dipende per il 7% dalle parole, per il 38% dal tono della voce e per il 55% dal linguaggio non verbale.

Concludo dicendo che non conta solo ciò che si dice, ma soprattutto come lo si dice. Le parole devono essere accompagnate dalle corrette modalità espressive.

2) LA PERSONALITÀ

La propria personalità, esibita con naturalezza e rispetto per gli altri, è una delle carte vincenti di un relatore che si rispetti. Per parlare in pubblico non occorre elaborare una nuova personalità o indossare una maschera, ma semplicemente essere se stessi. Il pubblico ama vedere sul palco persone spontanee, disinvolte e coinvolgenti.

Solo attraverso la naturalezza e lo spirito partecipativo si riuscirà a far cadere quella barriera tra relatore e uditorio.

“Se il nostro obiettivo è convincere, dobbiamo preoccuparci più di stimolare emozioni che di cercare la soluzione nella fredda razionalità.” (C. Sansavini)

Ogni persona che parla in pubblico deve distinguersi dalle altre per i propri tratti individuali: umorismo, simpatia, ottimismo, creatività e intelligenza sono doti che dovrebbero essere valorizzate, non represse.

Nel momento in cui ci si adegua a determinate regole di comportamento standard, pensando di dover apparire a tutti i costi composti ed emotivamente distaccati, si finisce per perdere l’unicità che ci contraddistingue.

Modifica solo gli aspetti della tua personalità che ostacolano il raggiungimento di una comunicazione efficace: se sei introverso nessuno ti chiederà di diventare improvvisamente espansivo, ma potresti comunque lavorare per migliorare la tua postura, la tua impostazione vocale o il contatto visivo.

Concludo affermando che le migliori tecniche comunicative unite alla valorizzazione della personalità costituiscono la chiave per il successo.

3) LA GESTIONE DELLO STRESS

La paura di esporre un discorso in pubblico è una delle più diffuse nella società. La sensazione che si prova è quella di sentirsi indifesi e vulnerabili sotto lo sguardo inquisitorio del pubblico in sala. Questa spiacevole emozione scatena nell’oratore un inevitabile stato d’ansia.

Noi ci sentiamo stressati ogni volta che la nostra mente rivive situazioni negative.

Se in passato abbiamo vissuto un’esperienza traumatica nel parlare in pubblico, causata magari da un’obiezione alla quale non abbiamo saputo rispondere o da un vuoto di memoria, tutte le volte che si ripeterà la stessa occasione il nostro cervello ci invierà un segnale di allerta e stimolerà la produzione di adrenalina.

Lo stesso stress verrà avvertito anche da coloro che non hanno mai avuto esperienze negative in precedenza, perché il cervello reagisce allo stesso modo in qualsiasi circostanza di pericolo.

Ci sono dei segnali che comunemente evidenziano un livello elevato di adrenalina nel corpo del relatore:

  • Voce alterata
  • Palpitazioni
  • Sudorazione
  • Tremolio
  • Bruciori allo stomaco
  • Scarsa lucidità mentale
  • Scarsa salivazione

Come intervenire per gestire al meglio lo stress? 

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L’energia nervosa non deve essere soffocata, ma utilizzata positivamente per rafforzare la comunicazione. Gestire lo stress positivamente significa essere consapevoli della forte carica emanata, che ci sarà d’aiuto solo se sfruttata correttamente.

Possiamo dunque identificare alcune regole di base per vivere con il giusto spirito lo stress:

  1. Tutte le persone che si trovano sul palco hanno il tuo stesso problema e come te dovranno imparare a controllare la tensione. Non sei l’unico ad aver paura. 
  2. Prendi coscienza del fatto che lo stato di agitazione in cui ti trovi è quasi sempre un problema personale, difficilmente visibile all’esterno.
  3. Studia con precisione il copione, ponendo particolare attenzione al momento di apertura del discorso: è un’ottima tecnica per rompere il ghiaccio con sicurezza.
  4. Ricorri a tecniche di rilassamento prima di salire sul palco (es. training autogeno, lunghe camminate, yoga, ecc.)
  5. Non soffocare l’energia in eccesso, ma canalizzala correttamente. Dai il giusto sfogo alla gestualità, aumentando il contatto visivo, alzando la voce o programmando i passi sul palco.
  6. Fai pratica in altri contesti per rafforzare le tue doti comunicative (es. riunioni di lavoro o di condominio).

Conclusioni

Con la regola delle 3 D – dedizione, determinazione e disciplina – anche tu potrai raggiungere importanti obiettivi. 

Abilità comunicativepersonalità gestione dello stress: questo il mix esplosivo che ti permetterà di diventare una vera star in pubblico!

Se non hai ancora avuto modo di leggere i miei precedenti articoli sul Public Speaking, ti invito a farlo quanto prima. Ecco per te i link:

5 Mosse per un Public Speaking Vincente

Le 7 Regole Fondamentali del Public Speaking

Public Speaking: Come Vincere la Timidezza

Il forte legame tra Public Speaking e Linguaggio del Corpo

Comunicare & Vendere con Successo

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